mercoledì 14 dicembre 2016

Sulle tracce degli dei

Più o meno un anno e mezzo fa, una giovane archeologa di un paese limitrofo mi contattò per propormi un progetto.
Voleva realizzare una mostra fotografica che desse supporto e base di partenza per le sue visite guidate a tema storico. Il soggetto era l'architettura medievale all'interno del moderno tessuto urbano.

Non si poteva di certo permettere un fotografo professionista, il budget era di poche centinaia di euro, quindi un amatore era l'ideale, e amici in comune le hanno suggerito di rivolgersi a me.

E' stata una bella sfida: in un paio di mesi mettere in piedi da zero una mostra fotografica con soggetto chiuso, trovando il modo di valorizzare e personalizzare scorci piuttosto anonimi e poco interessanti.
Posso dire che sia stato un discreto successo. La gente del paese è rimasta colpita da molte immagini, spesso non riconoscendo angoli e scorci da cui passavano tutti i giorni senza apprezzarne la bellezza.

Quest'anno abbiamo deciso di proseguire la collaborazione, addentrandoci in un tema molto più difficile: le tracce di culti pre-cristiani (celtico-liguri) nella nostra zona.
Ero un po' spaventato, quali cavolo sono queste tracce?
Due pietre sommerse da muschi ed edere? 
E che foto posso fare?

Poi la mia amica mi ha condotto sul luogo della (si spera) prima tappa del nostro percorso (QUI  un link che parla di questo sito.). Un luogo a due passi da casa nostra ma che io incredibilmente non conoscevo.
Si tratta dei resti di un cromlech e di una strada sacra che si sviluppa in una radura che degrada verso una delle cime più sacre della nostra valle e forse del nostro paese, da mille anni ormai dominio incontrastato e simbolo di Cristianità, ma un tempo sicuramente già venerata dai culti delle Madre Terra.
Vabbeh, io ne capisco poco, ma quando sono arrivato sul luogo mi sono emozionato, devo ammetterlo.

Come ricreare questo stupore e questa emozione?

Tanta post-produzione, tentativi su tentativi per trovare il modo di far emergere queste pietre, far capire alle persone che questo è un luogo particolare, interessante e magico.
E sembra proprio che il pubblico abbia apprezzato, a giudicare dai commenti e dai tanti complimenti ricevuti durante i due giorni della mostra.













Ora sarebbe bello sviluppare il discorso, altri siti e collegamenti vari, magari con mostre itineranti nei vari paesi della zona e addirittura una pubblicazione finale.
Magari con qualche introito! 

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