lunedì 20 giugno 2016

Correre mi fa bene, ma le vacanze me ne farebbero di più

Sabato il Trail è andato bene: 18 km in 1h47, quarantesimo posto senza infamia e senza lode...

Ma mi sono divertito un sacco!
Avevo paura di soffrire di più, in realtà i 700 metri di dislivello (non 250 come scritto sul volantino!) hanno avuto la conseguenza di spezzare molto il ritmo, dandomi modo di rifiatare.
Bel percorso tra le colline e frutteti, pieno di fango che rendeva difficili le salite e molto tecniche le discese... e devo dire dedurre di averne molta di tecnica, perché più le discese erano ripide e scivolose e più guadagnavo terreno e superavo persone. Peccato la poca velocità in salita, che mi ha fatto perdere molto.

In ogni caso ho tenuto un buon ritmo, e mi sono trovato gli ultimi km ad avere ancora buone riserve e ad aumentare addirittura l'andatura.

Dopo la domenica di realx, oggi 7 km di defaticamento, con la bella sorpresa di ritrovarmi in forma e pieno di energia e reattività nelle gambe.

Come dopo lo scorso trail, ho fatto una gara senza spingere al massimo, mi sono divertito e ne ho tratto benefici a livello fisico e nessuna conseguenza spiacevole.
Tutto questo mentre un altro mio compagno di squadra si ferma per problemi dovuti all'eccessivo carico (ormai il gruppo dei Top è decimato).

Credo che il mio attuale livello di carico lavoro sia ben equilibrato. Devo impormi di non lasciarmi attirare dalla sindrome da top classifica, e continuare ad accontentarmi dei modesti miglioramenti godendomi il divertimento e il benessere fisico.


La gara del week-end è stata anche l'occasione per testare il camper senza nessun appoggio dato da campeggi o aree attrezzate, portando in trasferta la famiglia.
Eravamo insieme al mio collega e compagno di corse, che ha due figli maschi di pochi mesi più grandi delle mie bimbe (con lo stesso intervallo tra uno e l'altro).
La location tra le colline  era perfetta, e l'organizzazione gara ci ha poi lasciato a disposizione il campo sportivo dove si parcheggiava il sabato, così la domenica ce la siamo trascorsa in tranquillità con un bel prato recintato tutto a disposizione dei bambini circondato da campi di grano e colline verde smeraldo.

Diciamo che la notte non riusciamo ancora a passarla al meglio
La grande dorme con me nella mansarda, ma se si sveglia male chiedendo di mamma rischia di svegliare anche la piccola, creando un bel po' di disagio in uno spazio così ristretto.
Sabato sera è successo proprio questo, e mia moglie ha avuto un attimo di crisi dopo che le bimbe a turno continuavano a svegliarsi non lasciandola dormire.

L'impressione è che già la domenica la routine si stesse instaurando, sia tra di noi che con i nostri compagni di viaggio, ma un paio di giorni non permettono ancora di apprezzare fino in fondo la vita da camperisti, e capire se ci siamo portati o meno.

Intanto si avvicinano le vacanze estive... e i dubbi sulla meta si fanno sempre più grandi.
Inizialmente pensavamo alla Puglia, ma forse andare al mare e al caldo in pieno agosto, con la bimba più piccola ancora troppo poco indipendente e bisognosa di continue attenzioni e il rischio di trovare troppo caos e troppa gente, potrebbe rivelarsi più faticoso che altro.
Sono tentato invece di guardare a Nord, magari un giro in Baviera toccando la Svizzera, oppure la Francia centro/meridionale, cercando agriturismi o campeggi ben attrezzati non al mare ma in montagna o sui fiumi.

Scelta molto difficile, considerando anche la grande voglia di mare che ho.


venerdì 17 giugno 2016

E' venerdì 17... magoniamoci!

Ieri la maestra dell'asilo ci ha detto che la nostra bimba grande è un po' magonata in questi giorni, e che le ha detto che mamma non la prende più in braccio e non la coccola più.

Anche noi stiamo notando la sua richiesta di attenzioni aggiuntive e la sua voglia di essere trattata da "bimba piccola" come la sorella.
Cerchiamo di metterci tutte le attenzioni possibili, ma la presenza della piccolina di casa si fa sentire, forse anche con un po' di invadenza a volte.

Ieri sera al mio rientro mi sono concentrato molto sulla più grande, giocando come matti mentre la mamma preparava la cena.
Dopo ho lasciato a loro tutto il tempo di stare insieme e coccolarsi, mettendo a posto la cucina e cambiando la piccolina preparandola per la notte.

Così mamma e figlia sono andate avanti a ridere e scherzare fino a tardi, e in casa regnava un'atmosfera decisamente serena.

Mi rendo conto di quanto sia particolare questo momento, e di quanto sia necessario mantenere l'attenzione alta e non farsi sopraffare dalla stanchezza o dal nervosismo che inevitabilmente gli impegni quotidiani portano.
Se si riesce a mantenere l'equilibrio tra tutti e quattro, di colpo le cose diventano semplici e piacevoli, ma se uno di noi cede il rischio e di causare un effetto a catena che in poco tempo travolge tutti.


Questo week-end io e il mio collega runnerista/camperista abbiamo organizzato un'uscita sulla colline torinesi, per partecipare al trail di Pavarolo.
Una bella sfida: 18 km con "solo" 250 metri di dislivello, quindi molto veloce per i miei standard.
Spero di evitare la figuraccia di non superare i cancelli sul tempo!


In ogni caso oggi è un giornata importante, dove la trepidante attesa di milioni di persone arriverà finalmente alla giusta conclusione...

E' finalmente arrivata su Spotify la discografia di Steven Wilson!!!

Probabilmente ha visto le mie estenuanti ricerche giornaliere, e dopo avermi fatto comprare Fear Of The Black Plant in vinle (Album dei Porcupine Tree che stranamente manca da Spotify)  ha deciso di accontentarmi.

Ti amo Stewie.






giovedì 16 giugno 2016

Piccoli sportivi crescono (?)

Ieri sera ho fatto un bell'allenamento con la mia squadra: 5000 "veloce" e ripetute sui 200 metri.
In realtà non ero in forma, il giorno prima sono andato a correre con il mio collega facendo un po' di Fartlek con anche tratti in salita e su scalini, e le gambe ne hanno risentito come non avrei immaginato.
In ogni caso ho fatto il mio record sui 5000, scendendo sotto i 4'30" (4'23" per la precisione), e dopo sui 200 mi sono difeso piuttosto bene, rimanendo attaccato al gruppo senza problemi.

Credo di avere una buona predisposizione per la velocità (ho anche le gambe lunghe, quindi parto avvantaggiato!), mentre la resistenza è un po' il mio limite.

Era così già da ragazzino...
Quando facevo le medie da noi si faceva la corsa campestre in inverno e i giochi della gioventù in primavera.
Il primo anno della campestre sono arrivato penultimo, soffrendo un casino. 
La cosa mi ha segnato parecchio. Io ero un bambino piuttosto agile, veloce, bravo nei giochi fisici, e trovarmi così in difficoltà mi ha umiliato parecchio.
In effetti poi ai giochi della gioventù risultai piuttosto portato per la corsa ad ostacoli, dove arrivai addirittura al terzo grado di competizione andando a disputare le finali provinciali a Torino.

Forse non sarebbe stato male coltivare quella predisposizione, soprattutto tenendo conto del fatto che con gli sport "di palla" non sono mai andato d'accordo.
Invece mi limitai (seguendo il gregge) a giochicchiare come tutti nella squadretta di calcio del paese, sentendomi sempre fuori posto e abbandonando poi presto ogni tipo di rapporto con il pallone.

Non so se biasimo i miei genitori per non avermi seguito e stimolato abbastanza.
Credo di si.
Credo che l'avermi lasciato troppo solo in questo ambito mi abbia fatto perdere delle occasioni,  e forse portato a periodi di relativa solitudine e senso di inadeguatezza.
Può essere che questo mi abbia fatto bene, che mi abbia fatto capire come credere in me stesso e trovare la mia dimensione uscendo dagli schemi classici... ma in fondo non ne sono completamente sicuro.

Per questo mi chiedo spesso come posso aiutare al meglio le mie figlie.
Non ho dubbi sul fatto che le vorrei vicine al mondo dello sport, indubbiamente una scuola di vita sana e stimolante.
Per fortuna mi sarà risparmiato il calcio (o almeno quello maschile troppo esasperato ed alienante).
Di certo mi piacerebbe avvicinarle alla corsa, o comunque ad ambienti particolari in cui coltivare amicizie un po' più profonde e costruttive, magari mondi legati alla montagna.

Dovrei comunque trovare il modo di non influenzare (e forzare) le scelte in base ai miei canoni. 
Guardarle, cercare di capirle e stimolare le loro doti o le loro predisposizioni.
Il fatto di non avere figli maschi, con cui cercare di ricreare una mia copia riveduta e corretta, dovrebbe aiutarmi...

Speriam.



martedì 14 giugno 2016

aSocial

E' da un po' di tempo che mi sento in crisi con il mondo dei Social Networks, soprattutto Facebook.

Mi ritengo, in maniera del tutto autoreferenziale, un precursore di questo mondo.
Ho cominciato nei primi anni '90 con le BBS e i modem 14.4 prima che arrivasse internet per tutti. 
Poi mIRC e forum vari riempivano la mia vita notturna (e non), e sono arrivato al punto di avere quasi una seconda vita all'interno di gruppi di gioco di ruolo on-line.

Su Facebook mi sono iscritto da subito, in un momento in cui miei conoscenti diretti non ce n'erano e usandolo sulla falsa riga di Splinder (che frequentavo tantissimo in quel momento), quasi come fosse una sorta di blog.

Nel giro di pochissimo tempo le cose sono completamente cambiate, e FB è diventato "popolare", diffondendosi tra i miei amici, i miei vicini... e addirittura alle mie vecchie zie!
Senza dubbio una rivoluzione, e se penso alla portata che ha oggi il fenomeno rimango basito.

La conseguenza principale è che quel vecchio mondo che conoscevo è finito. 
Le comunità basate su hobby, passioni, interessi comuni sono piano piano sparite (Lo stesso blogger langue abbastanza), assorbite dall'invadenza del maledetto faccialibro.
Facebook sembra quasi scandire e benestariare al mondo le nostre vite: tu sei quello che posti.
O ancora peggio: tu fai per poter postare, e quindi apparire.

Tralasciamo poi tutti i problemi del dare con troppa facilità voce ai più beceri e ignoranti in circolazione. 
Le varie stragi terroristiche degli ultimi tempi sono la prova più lampante.
Ai tempi delle community su forum (Io frequentavo molto IGZ), magari si apriva un thread apposta, magari tanti sparavano ovvietà e commenti qualunquisti, ma in generale la discussione si manteneva costruttiva e onesta. 
Oggi si passa da un'immagine profilo prodotta in serie a delle condivisioni fatte in automatico di frasette becere e ridicole che forse nessuno ha neanche letto veramente.

Vabbeh -mi si potrebbe dire- cazzo te ne frega e stanne fuori.
E di solito così è, soprattutto per queste vicende drammatiche.

Il problema è che non sono immune a questi meccanismi, mi lascio coinvolgere.
Vedere le foto di gente che non sembra far altro che diversi, andare a feste, fare sport o viaggi, mi crea sentimenti di invidia/fastidio/inappropriatezza/e-chi-più-ne-ha-ne-metta.
Poi magari io mi diverto di più, magari ho più soddisfazioni (Lo spero, forse è per questo che non sento la costante esigenza di condividere ogni minchiata che faccio), però mi sento disturbato, forzato a dei comportamenti che non sento appartenermi.

E mi da ancora più fastidio la consapevolezza che non sarei in grado di uscirne!

Un po' per i contatti che ho (Tantissimi per la corsa), un po' perché l'abitudine di passare il tempo sfogliando i vari post e spiando i cazzi degli altri è dura da abbandonare.
Ho l'impressione però che questi "contatti", queste amicizie e questo senso di soddisfazione sociale legata ad una visibilità fittizia, alla fine impoverisca i reali rapporti umani e ci lasci con un senso di insoddisfazione di base piuttosto pesante.

Ieri sera parlando con mia moglie (che è arrivata per altre strade a conclusioni simili), mi proponeva di abbandonare, come famiglia, Facebook, e provare ad instaurare rapporti con le persone più veri e soddisfacenti.
Di certo ha ragione (Come sempre, se no non sarebbe mia moglie!), però - come dicevo- non credo di sentirmi pronto...

E non credo di sentirmi pronto per faticare e socializzare in modo più attivo e intenso!




venerdì 10 giugno 2016

Che ne sa la gente del vero amore?

-Tu sei la mia Woodstock

-E tu sei il mio Snoopy, papà


giovedì 9 giugno 2016

Ritorni...

Dopo il trail di due domenica fa, mi sono preso (più o meno volontariamente) una settimana di stop
Giretto di scarico il martedì dopo, e poi niente fino a questo martedì, dove mi sono fatto 8 km tranquilli con ritmo crescente e sensazioni molto buone.

Ieri sera allenamento con la squadra, e già dal riscaldamento ho visto che ero bello tonico.
Dopo abbiamo fatto ripetute 1000+400, per me tutti sotto i 4' e 1'20". Io nel gruppo dei più lenti ero il più veloce, specie sui 400, e indubbiamente la cosa mi ha dato soddisfazione. Il mio collega e compagno di corse in pausa pranzo mi ha detto l'ultima volta che ormai "corro da corridore", ho fatto quello scatto di stile e impostazione che secondo lui permette di distinguere tra un corridore occasionale e uno più... serio? Sarà eccessiva come definizione?

Il risultato importante è comunque il benessere
Nonostante lo sforzo anche ieri sera mi sentivo fluido e rilassato, in grado cioè di godermi la corsa.
Quasi impossibile sottrarsi alla voglia di risultato, ma continuo a dirmi che l'importante è divertirsi e stare bene.
La pausa che mi sono preso mi ha appunto fatto bene fisicamente. Ho assorbito lo sforzo della gara e mi sono ritrovato a ricominciare più sciolto e pimpante di prima.

Adesso il mio dubbio è se iscrivermi ad una bellissima e classica gara di corsa in montagna, 24 km con 2000 metri di dislivello su una delle cime più affascinanti delle nostre Alpi, il monte Chaberton (Che alla faccia dei Francesi si pronuncia alla piemontese: Ciabertùn).
Non è tanto per la gara in sé, ma proprio per la bellezza dell'ascesa, che io ho fatto solo una volta e per di più da una via diversa rispetto alla gara.
In ogni caso uno bello sforzo, soprattutto per la lunga discesa da affrontare dopo una salita a oltre 3000 metri di quota.




(questi i panorami di quei posti)


La suddetta pausa comunque è stata determinata anche dal ponte lungo del 2 giugno, e dalla prima vacanza della famiglia in camper!
L'obiettivo era di partecipare al Terra Nuova Festival, a Camaiore.
In effetti siamo andati lì, e un giorno di festival lo abbiamo fatto, ma la pioggia continua, l'impossibilità di partecipare a corsi o seminari con due bimbe da accudire, ci ha scoraggiato in fretta.
Quindi ho preso l'applicazione meteo del mio cellulare e guardato il primo posto in cui dava sole...
Follonica. Via si parte.
Lì abbiamo in effetti trovato l'estate (A Carbonifera per l'esattezza), e ci siamo goduti un po' di sole e di mare per due giorni su quattro almeno.

Il relax della nostra vita pre-figlie è un ricordo lontano, per carità. Però la vita da camperisti ci è piaciuta. 
E' stato facile spostarci da un posto all'altro, il viaggio è gradevole con tutto lo spazio a disposizione per le bimbe, il mezzo sufficientemente attrezzato per accudire, preparare da mangiare e intrattenerle anche se fuori diluvia e bisogna passare una giornata chiusi dentro.
Il mezzo è vecchio, ha molte pecche e limiti (Il bagno piccolo il principale), ma tutto sommato pratico e confortevole.
Non un mezzo da sosta libera, ma da campeggio.
Ma a noi la vita da campeggio piace tantissimo, io ho passato le mie vacanze da bambino così, girando Italia e Francia su pulmini attrezzati a camper da mio padre, e conservo ricordi bellissimi di quelle vacanze.

L'atmosfera del campeggio è unica, confortevole, rassicurante, ma spartana e semplice. Un po' la filosofia di vita che vorrei trasmettere alle mie figlie.