martedì 18 novembre 2014

Domenica con le amiche



Domenica il meteo ha graziato questa povera terra martoriata da giorni (ma anche mesi direi) di pioggia.
Un timido venticello da ovest a spazzato per bene il cielo, e già sabato sera si potevano godere delle belle stelle e un’aria limpida e frizzante…
Giornata ideale per un gita all’aperto, per un’alzata all’alba e relativa corsetta fino a qualche cima innevata, cose di questo genere no?

No, appunto.

Domenica la giornata era dedicata alla periodica re-union delle quattro vecchie compagne di liceo. Amiche quasi inseparabili dai tempi dei primi brufoli e dei primi amori, e da poco tutte e quattro felicemente mamme in carriera (Nel senso che la carriera è fare la mamma, il resto è sopravvivere)
E quale location migliore se non… casa nostra?
Si compone così la mia domenica ideale diciamo. Anzi, il mio week-end, visto che i preparativi di pulizia e di cucina sono iniziati già sabato pomeriggio.

Non sono in generale così asociale (anche se sto peggiorando negli ultimi tempi, lo ammetto), mi piace fare festa tra amici e soprattutto invitarli a casa mia sbizzarrendomi in cucina e nel reparto aperitivi. Però io e le “ragazze” non abbiamo mai avuto una grande sintonia.
Io sono comparso sulla scena come “quello cattivo” che faceva soffrire la loro amica, il soggetto principale dei suoi sfoghi con loro, e questo sottile velo di diffidenza, o forse imbarazzo, tra me e loro è sempre rimasto.
Aggiungiamoci poi che i rispettivi mariti/compagni non sono proprio il modello di amico ideale o compagno di baldorie che posso sognare (praticamente avrei più cose in comune con un indigeno della Papua-Nuova Guinea), e il mio bel quadretto domenicale è servito.
La mia giornata è trascorsa tra i vari preparativi del pranzo, servizi del pranzo, risistemazione dopo il pranzo, intervallati ogni tanto da qualche momento di gioco con i bimbi superagitati, e il tutto con sullo sfondo il continuo brusìo delle conversazioni dei commensali, a tema univoco “esperienze da partorienti e disagio delle giovani coppie nella società moderna”.

Che palle, che ansia.

E intanto, mentre cercavo di averla vinta con i cestelli della lavastoviglie (lavoro inutile, perché tanto successivamente delle sapienti mani femminili li svuoteranno completamente riempiendoli con un fattore di impacchettamento aumentato del 175%), guardavo gli ultimi raggi di un bellissimo sole autunnale morire dietro le cime innevate all’orizzonte.

Ciao domenica, è stato bello viverti.

Mi sento asociale e scontroso.
Relazionarsi, e soprattutto mantenere vive queste relazioni con le altre persone, è estremamente faticoso e molto spesso frustrante.
Ho sempre meno voglia.
Non ho voglia di impegni, scadenze, condizionamenti…. Mi rendo conto di non aver voglia di spendere tempo per gli altri (Che non siano la mia famiglia)
L’ho fatto negli ultimi due anni prendendo in mano la mia associazione sportiva, e impegnandomi a fondo per creare gioco e divertimento per gli altri, con il risultato di ricevere solo critiche e bastoni tra le ruote, per colpa di chi voleva il mio posto e non si adeguava al nuovo corso. Poi mi sono buttato a capofitto nell’amministrazione del mio Comune, ma l’esperienza (e le persone) mi hanno abbastanza deluso. Troppa voglia di apparire, troppi interessi dietro l’ostentato senso civico e di sacrificio, troppe dinamiche false e fastidiose all’interno dei gruppi.

Forse per questo ultimamente mi sto appassionando di più alla corsa: uno sport singolare, onesto (si sa che i tuoi compagni/avversari vogliono primeggiare e superarti) in cui bisogna parlare poco e che ti permette di stare lontano dalla gente per intere ore.
Devo buttarmi sulle Ultra-trail da un centinaio di chilometri, adesso mi documento.


Nota positiva del week-end, un sabato mattina passato a fare fotografia al negozio di giocattoli di un mio caro amico.
Bellissimi soggetti, soprattutto sotto Natale. Atmosfera che ti lascia addosso un senso di serenità e di ottimismo.



giovedì 13 novembre 2014

E' da domenica che piove in pratica ininterrottamente.
Con precisione da domenica alle 9:50, quando il mio trail era partito da soli venti minuti e io incominciavo ad affrontare la lunga salita che mi avrebbe portato alla quota di "crociera", intorno alla quale, tra vari sali e scendi, si sarebbe svolto il grosso della corsa.

Alla fine è andata bene, sono contento.
24 km sotto la pioggia e al freddo, annaspando nel fango o sulle pietre liscie delle mulattiere, ma non ho mai avuto grandi crisi, ho concluso tutto (pur al mio ritmo piuttosto lento) nelle pronosticate 3 ore e trenta, lasciandomi ancora alle spalle un centinaio di partecipanti.
Le discese mi hanno dato particolare soddisfazione, facendomi guadagnare un bel po' di posizioni ed essendo particolarmente divertenti.

Si può migliorare, certo. All'edizione del prossimo anno potrei puntare alle 3 ore con un buon lavoro sulla salita e con più pazzia in discesa.
Ma in realtà mi importa?
Non più di tanto. Il bello è riusicre a parteciapre, godersi il percorso senza sputare sangue, vomitare o bloccarsi per i crampi, e soprattutto senza dover sottostare ad un regime di allenamento costante che ti succhia ogni momento libero della settimana.

Questo tempo poi è davvero nemico della corsa all'aria aperta, molto meglio prendersela con calma e passarsi le serate tranquilla a casa al caldo.
Ieri sera ho fatto così, evitando di uscire a correre, e standomene invece a casa a cucinare con tutto il resto della famiglia.
Per la prima volta da diversi mesi poi, ieri sera ho provato a far addormentare io la piccola.
A 20 mesi prendere ancora il seno per addormentarsi comincia ad essere faticoso. Io non ho mai voluto più di tanto insistere, ma questi grandi vantaggi dell'allattamento a richiesta, protratto fin quasi ai due anni, per adesso non li vedo.
Anzi...
Confido che i lati positivi ci siano, e che si manifesteranno in futuro. Però adesso vedo più che altro il peso di dover cedere ogni volta alla richiesta della tetta, e l'impossibilità per me di dare il mio contributo per la nanna.

Ieri sera comunque il metodo tetta non funzionava, e alla fine abbiamo provato a darci il cambio.
Mi sono messo a letto con una piccola tata-demonio che urlava e si dimenava come una pazza, ma dopo un lunghissimo resoconto sulla nanna dei vari cuccioli della foresta (in paritcolare molto apprezzata la scimmia-bimba che dorme sul ramo più alto, cullata dall'ondeggiare dell'albero e dal suono del vento), anche lei ha ceduto al sonno.

Il problema è che questo è solo un primo passo, la cosa più difficile sarebbe gestire i risvegli notturni che adesso, avendo il lettino unito a quello matrimoniale, si risolvono nei pochi secondi necessari a prenderla e attirarla verso il seno.
Sarebbe di certo una fatica più grande alzarsi e andare nella sua cameretta per farla riaddormentare... ma forse non varrebbe la pena a questo punto di fare il sacrificio?
Da un lato mi rendo contro che le motivazioni di base sono egoistiche: avere più indipendenza e intimità per noi come coppia. Ma dall'altro mi chiedo se ormai non si sia arrivati ad un punto "pericoloso", oltre il quale il distacco dall'allattamento al seno e dal letto in comune diventi sempre più doloroso.

Forse non è una cttiva idea prendersi come limite massimo i due anni, e lavorare già da adesso ad un progressivo distacco.

Ci sono tante cose da fare. Tanti progetti e ancora più dubbi e incertezze.
In un lampo siamo arrivati a metà novembre, e anche questo 2014 se n'è bello che andato...









venerdì 31 ottobre 2014

Al campetto

Ieri sera allenamento con ripetute 4x1000 nel vecchio campetto di calcio dove giocavo da bambino.

Mi ha fatto uno strano effetto correre intorno al campo come facevo quasi trent'anni fa.
La mia carriera da calciatore è stata breve e travagliata, il mio carattere chiuso e insicuro mi bloccava e non mi permetteva di esprimere le mie (eventuali) potenzialità e di imparare seriamente a giocare.
Eppure ero un ragazzino insolitamente agile e veloce, caparbio anche, e in difesa riuscivo a fare buone cose, dato che ben pochi riusivano a sfuggirmi.
Purtroppo quando mi trovavo a gestire la palla, venivo assalito dall'agitazione e dalla paura, pensando solo a liberarmi il prima possibile di quella "grana". Quasi sempre in malo modo.

Un ricordo vivido legato a quel campetto, è la prima partita che giocammo con la squadra, e mio nonno che mi guardava dall'alto della strada che sovrastava la zona di gioco, venuto senza dirmi niente per farmi una sorpresa, e che io per fotuna ho scorto solo verso la fine, evitando così di sentirmi ancora più impacciato.
Forse mi aveva dato fastidio allora il fatto che fosse venuto, ma a distanza di anni, mi è rimasta solo la sensazione positiva di gratitudine per quel suo gesto di interesse e attenzione.

A volte mi rendo contro di essere stato un bambino particolarmente fortunato, avendo in pratica goduto dell'attenzione e dell'affetto di tre "padri":
mio padre, sempre presente, equilibrato e attento, che insieme a mia madre ha rinunciato ad un lavoro remunerativo e gratificante che però li teneva fuori casa dal mattino alla sera tardi;
mio zio materno, single scapestrato e un po' problematico, che con me ha sempre avuto un legame particolare, dandomi molte attenzioni;
mio nonno materno appunto, punto diriferimento per me e per tutta la nostra famiglia, insieme al quale si aveva sempre qualcosa da fare o da imparare: gite in montagna, visite a tutti i castelli/ruderi della zona (una mia passione),costruzione e collaudo di giochi in legno, primi rudimenti di coltivazone nell'orto.
Avevo sempre un punto di riferimento su cui contare, anche quando passavo le giornate a fare il ragazzino vagabondo su e giù per il paese, sapevo che lui era alla bocciofila a giocare a carte o a bocce, e ogni tanto potevo fare un salto da lui per un gelato o per rimanere a guardare i vecchi del paese bere e imprecare mentre giocavano.
Se n'è andato troppo presto, ormai sono più di dieci anni. 
C'erano ancora tante cose che avrei voluto imparare da lui, e soprattutto avrei voluto che conoscesse sua bis-nipote.

Chissà quale apporto daranno alla crescita di mia figlia le figure maschili che la circonderanno.
Quali opportunità e quali pericoli potranno giungere da loro.

Stamattina si è svegliata alle sei nel suo lettino, attaccato al nostro, e senza dire niente (tranne un paio di "OH-ISHA..") ha scavalcato la madre arrivando a mettere il suo faccino quasi contro il mio. Poi, con una vocina angelica, ha soltanto detto: "Papà?...Papà!" 
E tutta contenta ha riscalato sua mamma in cerca dell'imprescindibile tetta.

Forse il segreto è tutto qui, fare in modo che lei possa crescere con la sensazione che suo papà è sempre lì per lei (Anche se è rincoglionito e a stento riesce ad aprire gli occhi).
E questa è una cosa che voglio tenere bene a mente e non deludere mai.


In ogni caso, le tripetute sono andate da schifo, con tempi che oscillavano intonro a 4 e 30.
Il campetto è bello perché facendo un giro si percorrono 250 metri esatti, ed è facile tenere il contro di quello che si sta facendo. Però il terreno è troppo sconnesso e difficile, specie con il buio, e la velocità ne risente molto.
Ieri sera poi c'era pure la nebbia a banchi... 
Ma è mai possibile che in cento metri uno incappi in due o tre micro banchi di nebbiolina umida nella quale la luce della pila frontale si disperde in un muro bianco non facendoti più vedere una cippa???

Manca poco più di una settimana al Trail, e mi rimane poco tempo per migliorare almeno un minimo.

Domani in programma un giro sul percorso corto (9km con 700 metri di dislivello), in modo da testare ancora una volta la salitona iniziale...

E poi vada come vada.






mercoledì 29 ottobre 2014

Just a perfect world


Perché non ci rendiamo conto, che la ricetta per migliorare questo mondo è semplicemente difendere, accudire e motivare chi è più debole di noi o chi si trova sotto la nostra responsabilità?

Questa semplice regola per un mondo perfetto ce l'ha svelata duemila anni fa il vero fondatore della dottrina socialista, poi ingiustamente inchiodato ad una croce dopo essere stato travolto da un complotto di stampo mistico/esoterico, montato ad arte per nascondere i reali insegnamenti che rischiavano di prendere piede.

La nostra energia, la nostra forza positiva e costruttrice, se viene messa in movimento, indirizzata verso altri che a loro volta ne beneficiano e ci imitano, non puo' far altro che crare un effetto costruttivo e dinamico che si rafforza e si diffonde sempre di più.

Se invece noi la utilizziamo solo per difendere il nostro piccolo mondo, i nostri interessi, questa energia (per quanto grande sia) rimane confinata e limitata, crando stagnazione, deteriorandosi o addirittura esplodendo in qualcosa di negativo quando entra in conflitto/contatto con altri mondi e altri interessi.

Questa è la filosofia di base su cui cerco di orientare la mia vita.

Innanzitutto sul lavoro, per cui se mi dicono che sono responsabile di qualcuno, il mio primo pensiero è che questa persona sia incentivata, motivata e possa sentirsi sostenuta e libera di esprimere le proprie potenzialità.
Inoltre, la mia più grande soddisfazione, è sapere che tutte quelle cose che ho visto e subito io, non toccheranno più altri.
Questo mi dice che ho imparato, ho dato il mio contributo innescando un processo positivo.

Per questo quando vedo il mio diretto responsabile lamentarsi e addirittura affrontare l'amministratore delegato, facendogli presenti tutte le cose che non vanno (a ragione), mi assale una rabbia e un disprezzo enorme nei suoi confornti, perché tutto quello che lui ha subito o vissuto male, tale e quale lo ha inflitto ai suoi sottoposti o collaboraotri.
Che piccolo e triste uomo sei, da non renderti conto di questo?

E come sono piccoli e tristi quei cittadini che si lamentano con grandi dispendi di energie perché davanti al loro giardino la strada è sporca e trascurata?
Se questa energia la mettessero per aiutare e sostenere tutta la comunità (il soggetto debole, di cui siamo responsabili e che va aiutato), all'interno dell'amministrazione comunale o in qualche associazione, si potrebbe creare un sistema solido e forte in grado di rendere tutto il paese, o la città, un giardino. 
Anche davanti a casa sua.

Sarebbe facile.
Sarebbe un mondo perfetto.




giovedì 23 ottobre 2014

Oggi è il primo "giorno" di Tatapatata al nido...
Ha passato ben dieci minuti sola con gli altri bimbi, e quando Mamma l'ha salutata dicendo che andava a fare solo una commissione, chiedendole se voleva restare, lei ha risposto con un entusiasta SCIII !

Mi si stringe il cuore a pensarla da sola mentre affronta le difficoltà della vita: i litigi con gli altri bambini, il magone per la mancanza della mamma, la difficoltà a farsi accettare dagli altri...
In questo periodo in cui si concretizzano le scelte pratiche sul tipo di educazione da applicare, siamo sempre più assaliti dai dubbi sull'opportunità di conformarci agli schemi "comuni" della società che circonda.
Questo vale anche per il nido: mia moglie è rimasta un po' perplessa nel vedere alcuni bambini attaccati alle sbarre della staccionata che divideva l'entrata dalla zona giochi, in preda al magone e alla nostalgia di casa e trattati con decisione (quasi un po' di rudezza) dalle maestre invece che essere coccolati e accuditi.
Per carità, forse sarebbe impossibile avere a che fare con tanti bambini senza avere un po' la mano ferma, ma il dubbio è che quando sono così piccoli, forse per loro non è ancora il momento di rinunciare alla serenità e all'amore che possono dare genitori o nonni.

Vorrei che mia figlia potesse crescere i primi anni circondata da amore e libertà, libertà di esprimersi e di prendere consapevolezza del suo essere, senza essere condizionata da schemi preconfezionati e dettati da esigenze che non le appartengano.

Purtroppo, vivere in un certo tipo di società , e sperare di non addattarsi ai suoi schemi, è decisamente un'utopia.
Forse sarebbe possibile seguire uno stile di vita diverso se ci si trovasse tra gente con gli stessi ideali e con la stessa motivazione. In caso contrario, si rischia di far sentire il bambino un "diverso", creando forse più problemi che altro.
Ad esempio, come potrà essere possibile privarla dei cartoni animati che vedono tutti, del cibo spazzatura che gli altri bimbi mangiano a scuola, del giocattolo o del vestitino di moda in un determinato momento?

Nel mio cassetto, conservo il sogno di riuscire a vivere in montagna, creando un'attività legata al territorio che mi permetta avere i miei introiti senza allontanarmi dai luoghi che amo.
Stare chiuso in ufficio comincia a diventare sempre più insostenibile.
Le idee sono tante, ma per adesso sono abbastanza solo in questo sogno. Avrei bisogno di supporto concreto, di persone fidate e con le stesse idee di fondo in modo da creare un progetto variegato e adattabile a rispondere ad un'ampia domanda cmmerciale.

Sarebbe bello per mia figlia crescere tra animali, gite nei boschi e coltivazioni naturali?
O forse la farei crescere odiando queste cose, e sognando di vivere in città tra luci e oggetti colorati in mezzo a bambini simili a quelli che si vedono in televisione?

Questo inverno spero porterà buoni consigli...


Intanto il mio impegno per la corsa procede a gonfie e vele, e l'obiettivo della gara di Trail di novembre è sempre ben delineato. 
Sabato scorso fatta la prova sui 24 km di percorso, con un tempo esorbitante di 3h40', vero, ma il mio obiettivo era farlo tutto senza rinunciare.
Due giorni dopo ho poi fatto un giro di 10 km sul solito percorso misto montagna/pianura che parte da casa mia, e devo dire che i miglioramenti si vedono, riusciendo a rimanere sotto i 7'/km nonostante i 400 metri di dislivello e le mulattiere ripide. 
Gli ultimi 3 km in piano poi li fatti con un costante 5'40" che per i miei standard è più che soddisfacente.
Adesso mi attende un allenamento di ripetute sulla scalinata della condotta della centrale idroelettrica (dette anche "Stairway To Hell") questa sera, e una prova del giro corto del trail domani con due miei colleghi (solo 9 km ma con la salita iniziate a muro di 700m)

Probabilmente sabato non mi alzerò dal letto...



Foto dal 16° km della prova trail... chissenefrega dei tempi ;)

venerdì 3 ottobre 2014

weekend incoming

Sono riuscito ad arrivare a venerdì senza renderme conto.
Queste ultime settimane mi sono scivolate tra le dita delle mani senza che abbia potuto fare niente per controllarle e gestirle con reale consapevolezza.

E dire che negli ultim mesi ho cercato costantemente di liberarmi da impegni esterni, perché mi rendevo conto che non mi davano più divertimento e svago, ma solo preoccupazioni e malumore.
Devo pensare di più a me stesso, trovare le mie piccole realizzazioni e quei svaghi che mi permettano regolarmente di svuotare la mente dai pensieri pesanti, in modo da poterla riempire di altrettanti leggeri e propositivi


Ieri sono riuscito ad andare di nuovo correre, con un bell'allenamento di ripetute brevi.
Il ritmo è ancora scandaloso, ma l'importante è riuscire ad avere una discreta continuità.
Tra due sabati abbiamo organizzato un'uscita con due miei colleghi per provare il percorso della gara che si terrà a novembre...
Vedremo come andrà a finire.

Intanto mi aspetta uno dei soliti week-end del papà, anzi, questo probabilmente sarà l'ultimo, visto che Mamma ha ormai finito il suo corso.
La speranza è che il tempo ci sia clemente, in modo da poter passare due giorni in montagna e godere di queste prime avvisaglie d'autunno.
Ieri sera, tanto per prepararci ai giorni di uscite insieme, io e Tata-patata ci siamo fatti belli aiutandoci uno con l'altra...

Siamo una gran squadra.


mercoledì 1 ottobre 2014

Ricordi d'estate

Ieri stavo risistemando un po' di foto di quest'estate, e mi sono reso drammaticamente conto di quanto siano lontani quei giorni.
Non mi dispero però, e in fondo comincia addirittura a piacermi questo autunno.
Oggi, guardando fuori dalla finestra, ho visto le prime macchie di rosso vivo sulla montagna. L'aria è ancora tiepida, e ogni tanto si riesce pure a vedere il sole.

A casa poi abbiamo raggiunto un livello di equilibrio e armonia più che ottimale, e soprattutto la piccola riesce sempre a stupirci e farci sorridere per quanto sia diventata simpatica e intraprendente.
L'altro giorno mi ha detto la sua prima frase di senso compiuto: 

"Papà daiii! Babu nonna"

Cercando di alzarmi dal divano dopo che sua mamma le aveva detto di chiamarmi per andare a prendere la pappa di Mr.P dai nonni.
Gioca spesso da sola, fa amicizia volentieri con altri bambini, e quando la portiamo in giro fa sorridere tutti con le sue facce strane e la perenna aria da furbetta.


Per adesso, le ombre più grandi sono sul come impostare i mesi futuri.
Con un solo stipendio in casa, e un componente in più in famiglia, le cose si sono fatte un po' più difficili.
Però mi piacerebbe riuscire a continuare ancora così, con solo io al lavoro e le mie due ragazze libere di stare insieme e di godersi meglio le loro giornate.
Sarà troppo maschilista? Troppo "famiglia anni '50"?

Non credo...
E poi, al massimo, mi candido ufficialmente a fare il casalingo a tempo pieno se ce ne fosse la possibilità.
Nessuna discriminazione da parte mia, ci mancherebbe! 

Ieri poi, sono riuscito ad andare finalmente a correre dopo quasi un mese di stop... alla faccia dei miei agognati tre allenamenti a settimana.
E' andata bene, bella corsa... ma realizzare di essere fondamentalmente allo stesso e identico punto di una anno fa, mi deprime un po'.
Ok, altre priorità in questi mesi. Confidiamo per un autunno di grandi progressi...

e magari la trail di 24 km a novembre!






mercoledì 17 settembre 2014

Di scatole d'autunno



Ci stiamo preparando all’autunno, con i primi raffreddori e mal di gola, e le prime avvisaglie di umore casalingo instabile...


Anche il clima si sta preparando (oddio, in realtà è da maggio che va avanti con questi preparativi), con pioggia, nubi opprimenti e aria fresca che ti costringe a tirare fuori maglie e giacche a vento.


La piccola di casa sta uscendo da un fastidioso raffreddore che l’ha colpita da domenica sera, facendoci in pratica passare l’intera notte svegli (io sono crollato alle quattro mentre lei ancora urlava e piangeva).

Sarà stata anche colpa del week end intenso: due matrimoni di seguito, vissuti io e lei da soli per buona parte.

In realtà ci siamo divertiti un sacco, io correndole dietro e lei giocando come una matta con gli altri bambini e scorrazzando dappertutto tra chiese, ristoranti e giardini vari.

Eravamo la coppia papà-figlia più bella in assoluto… senza dubbio! E di certo lei era un soggetto ambito da parte dell’esercito di fotografi messi in campo (Che poi, da quando questa moda di avere quattro o cinque fotografi per matrimonio? E’ così inflazionata la categoria?)


Di certo questo è stato il week end clou dei matrimoni, tra i miei conoscenti ce ne sono stati quattro, e mi sembra che proprio in questi giorni il Papa abbia celebrato random una serie di unioni (Lui, essendo un personaggio di classe élite, sposa con un 2d20 credo), facendo poi un bel discorso sul significato del matrimonio eccetera eccetera.


Tutto condivisibile, ma forse la complessità dell’evento non permetta di dare ricette o consigli sempre validi. Credo che sia meglio vedere il matrimonio come un grande contenitore vuoto, nella cui realizzazione ci si può mettere tutta la cura che si vuole, rifinendolo ed abbellendolo al meglio, ma per quello che ci si vorrà/potrà mettere all’interno bisogna andare con calma, lavorare molto e non farsi mai troppe aspettative.


A me piace l’idea di una semplice scatola di legno, lasciata naturale e abbellita con piccole e semplici incisioni in bassorilievo.
Quando non avrò più idee su come riempirla, o su come gestirne il contenuto, potrò chiudere gli occhi e sfiorare la superficie liscia,  annusare il confortante odore di legno…



e ritrovare il senso delle cose.



giovedì 4 settembre 2014

Ricordi in Coda...

Eravamo rimasti QUI

Alla fine il problema della pelle si è risolto, non si sa se per la variazione dieta, per l'antiparassitario atomico, o per le attenzioni improvvise che ha ricevuto dato il suo stato di cane malato.

Purtroppo si è aggravato il problema della coda, dove una grossa cisti si è aperta senza più riuscire a rimarginarsi.

Diciamo che la coda era un po' il vanto di Mr.P da giovane, unico retaggio della sua meà Husky: bella, arcuata, folta.

Poi con l'età si è assotigliato il pelo, fino alla comparsa della cosiddetta "coda dello stallone" (una zona pelata in cui le cellule della pelle cambiano forma... o qualcosa del genere).
Con la comparsa della cisti poi, diciamo che il risultato era piuttosto schifoso.

Così in ultima analisi il veterinario ha optato per un taglio netto...

Subito, quando me l'ha detto, ci sono rimasto male, mi piangeva il cuore all'idea, ma devo dire che è stata la soluzione più "pulita". Si è eliminata completamente la zona anomala (sulla quale poteva svilupparsi un'altra cisti) e la ferita è più facile da rimarginare.

E poi devo dire che non è male adesso questo cagnetto, e tra l'altro sembra che si sia rinvigorito.
A due settimane circa dall'operazione, il moncherino è quasi guarito, e già lo usa tranquillamente per "scodinzolare" (gli saranno rimasti cinque o sei centimetri).


Ti ricorderemo così piccola codina... ci mancherai!
:°(








(Ogni tanto mi viene il dubbio che me lo stiano portando via a rate... brrrr)

mercoledì 3 settembre 2014

Do You Remember The Summer?

Ebbene si, il mio proposito di mantenere un diario costante sulle mie esperienze da papà è per ora miseramente fallito.

Forse ha ragione quel saggio personaggio che diceva che lo scrivere serve a riempire dei vuoti, e di certo la mia vita da genitore di vuoti non ne ha!

Le vacanze si sono concluse con un lungo week-end a Rimini...
Incredibile, Rimini.

Io che fino a un paio di anni fa sognavo la vacanza da selvaggio su di una spiaggia dimenticata dalla società. Oppure un viaggio in fuoristrada per la tundra siberiana o tra i vulcani dell'Islanda.

Invece devo dire che... viva Rimini e viva la Romagna.

Spiaggia ordinta, pulita, accessoriata
Mare calmo, basso e protetto dalle barriere.
Gente simpatica, cibo fantastico e prezzi onesti.

Sarà che ero quasi sempre da solo con la Tatina, visto che eravamo lì ad accompagnare Mamma per un seminario, ma il poter uscire dal mio comodo campeggio, fare due passi e piazzarmi sotto il pratico ombrellone mentre la piccola selvaggia partiva per impossessarsi del castello della principessa guardata a vista da almeno due bagnini, è fantastico.

Ce la siamo spassata io e lei, e se qualcuno è passato da quelle parti intorno all'ora del tramonto, potrebbe aver visto nella spiaggia deserta due strane figure che si rotolavano nella sabbia e facevano capriole (più o meno riusscite)


E per questo settembre che incombe?

Niente da fare, l'anno bisognerebbe sempre farlo partire adesso, come a scuole.
E' la fine dell'estate che segna la fine di un ciclo, ed è sempre l'estate l'obiettivo che si tiene presente durante l'anno e al quale ci si prepara.

L'anno scorso questo era il momento di prepararsi al primo vero anno da genitori novelli, con una bimba non più neonata e che cominciava ad interagire.
Adesso forse è giunto il momento di guardare "oltre", e cercare di stabilizzare il tutto.








L'obiettivo è stato raggiunto: il figlio è arrivato ed è stato avviato a questa vita insieme a noi.


E adesso???




giovedì 17 aprile 2014

Free Time

Oggi ultimo giorno di lavoro prima del week end lungo...

Finalmente si prospetta un po' di relax, cominciavo a raggiungere il limite.
Il ricovero di Tata, le elezioni incombenti, i lavori per il consorzio montano da ultimare, le guerre interne al mio club sportivo, il clima pesante in ufficio...

Ieri mattina mi sono svegliato con un mal di testa fastidioso e un moto di repulsione verso tutto e tutti. Avevo solo voglia di andarmene, pensare unicamente alla mia mia famiglia.
La prospettiva era di trascorrere questi giorni di festa in montagna, nella nostra amata casetta, ma ovviamente il meteo bastardo sembra volerci prendere nuovamente per il culo: giorni e giorni di giornate fantastiche mentre ero bloccato al lavoro o all'ospedale, e previsione di freddo e pioggia a partire da questo sabato.

Merda.

Per cercare di recuperare, domani ci siamo programmati una giornata in Val d'Aosta lasciando la Tata ai nonni.
Prima tappa forte di Bard per vedere finalmente la mostra fotografica  Wildlife Photographer Of The Year , e poi un bel pomeriggio di relax alle terme.

Questo si che è un bel programma per iniziare un periodo di recupero energie e lotta allo stress!






mercoledì 9 aprile 2014

Oggi è una settimana che le mie due bimbe (quella piccola e quella grande), sono rinchiuse in ospedale.

Ormai Tata sta bene, è allegra, spensierata e terribile come sempre, quindi posso con un po' più di serenità tirare le somme.
E' stata una settimana massacrante, soprattutto i primi giorni in cui vedevo lei e la mamma sfiancate dagli esami e dalla costrizione in un ambiente estraneo e apparentemente ostile.

L'infezione alla gola sembra essere passata completamente, e non ci sono segni di complicazioni o effetti collaterali. Purtroppo quando si entra nel circolo vizioso delle strutture ospedaliere è difficile uscirne, e adesso dobbiamo aspettare almeno fino a sabato perché finiscano le cure e i controlli, così che i medici possano sentirsi al sicuro da qualsiasi rischio causato da una loro mancanza o da un loro errore.

La cosa brutta è il pensiero di aver sottoposto la bambina a questo bombardamento di farmaci, proprio noi che volevamo trovare il modo di farla crescere secondo una filosofia diversa, molto più lontana dalla medicalizzazione forzata e invasiva.
Forse non ce n'era bisogno, e ci siamo spaventati mentre poteva bastare una cura di antibiotici a casa.
Eppure da giorni la febbre non scendeva, e la nostra pediatra non ci sembrava tanto ferrata sulla situazione o sicura su cosa fare, così ci siamo affidati ai medici dell'ospedale.

Devo anche ammettere che nella difficoltà la nostra famiglia ha vissuto dei momenti belli, fatti di tanta unione e complicità, con un supporto reciproco totale.
Il brutto è tornare a casa la sera, con il mio "faro" a guidarmi sulla via di casa, dove però troverò solo tanto silenzio e un letto vuoto e sfatto.



venerdì 21 marzo 2014

Demon-Tata

 
Ogni tanto ho il timore che mia figlia sia un piccolo demonio…
Domenica scorsa, visto che la mamma non c’era,  è andata su in montagna a casa dei nonni, rimanendo con loro inattesa che io arrivassi per pranzo.
Quando sono entrato in casa, lei era arrampicata sulla ripida scala di legno che sale al piano superiore, e con una smorfia strafottente sgridava i nonni, increduli tra preoccupazione e ilarità, agitando verso di loro il suo ditino ammonitore.
Anche Mr.P è succube di lei…
L’altro giorno li guardavo di nascosto dalla finestra, mentre lei si avvicinava con aria sadica alla sua brandina, rompendogli le scatole, battendo colpi sulla schiena e tirandogli i peli, finché lui sconsolato si è alzato andando ad acciambellarsi sullo zerbino.  Allora lei, tutta soddisfatta, è salita sulla brandina rimanendo sdraiata sorridente prima di  cominciare a rigirarsi e dondolare in mezzo ai peli e chissà cos’altro (Spero possa essere una terapia d’urto contro le allergie).
Per non parlare poi di quando, durante i pasti, porge al cane il cibo, per poi ritirare la mano all’ultimo guardandolo e guardandoci con un ghigno malefico.
E il brutto è che sgridarla (già difficile perché viene troppo da ridere) serve a poco perché lei adora essere sgridata, e cerca di fare tutto il possibile perché ciò accada, tipo cercare i vasi con le palline di argilla, riempirsi bene una mano e rimanere in attesa…. Poi appena uno dei due la guarda e le dice di non farlo, lei ride e le lancia sul pavimento, ridendo a crepapelle se le afferriamo un braccio dicendole che non si deve fare.
A volte fa pure l’espressione “ops!” portandosi una mano alla bocca, così come fa quando lancia le cose dal fasciatoio o quando getta la pappa sulla schiena di Mr P. (che già puzza perché è vecchio, figuriamoci con i rimasugli di cibo che fermentano in quel pelo crespo e ispido).
 
Ho paura che mi attendano anni molto difficili e faticosi…